Veterinario subacqueo


Contesto professionale


Il medico veterinario è il professionista cui compete in esclusiva di legge la diagnosi e la cura delle malattie degli animali, fra i quali anche gli organismi acquatici. Egli ha inoltre competenze nella valutazione del benessere animale, nell’ambito della sicurezza alimentare e della salute pubblica, con particolare riguardo alla prevenzione delle malattie trasmissibili dagli animali all’uomo (zoonosi), nonché nell’uso di animali sentinella per la valutazione della salute ambientale e pubblica, competenze senz’altro trasferibili agli organismi ed ecosistemi acquatici. Ne consegue l’eventualità che il professionista veterinario debba interagire direttamente con l’ambiente acquatico, dalla superficie, o più efficacemente in immersione, al fine di acquisire informazioni anamnestiche, cliniche e comportamentali altrimenti difficilmente o non rilevabili. Ne deriva inoltre e conseguentemente la necessità che il professionista veterinario acquisisca competenze multidisciplinari extracurricolari e proprie di altre discipline e professioni stante le peculiarità dell’ambiente acquatico sia da un punto di vista ecosistemico, che di ambiente di lavoro.

Veterinario al lavoro in immersione

Veterinario al lavoro in immersione


Percorsi formativi


Per esercitare la professione di medico veterinario è necessario conseguire la laurea magistrale quinquennale a ciclo unico in Medicina Veterinaria (LM-42), sostenere l’esame di stato di abilitazione all’esercizio della professione di Veterinario e iscriversi al relativo Albo professionale tenuto da ciascun Ordine provinciale. Nonostante sia formalmente abilitato alla diagnosi e cura delle malattie di qualsiasi animale, nei fatti il medico veterinario è primariamente formato, in un’ottica di “day one skills”, verso una ristretta selezione di animali domestici. Ciononostante, nel progetto formativo di pressoché tutte le facoltà/scuole di medicina veterinaria sono oramai previsti crediti curricolari o a scelta dello studente indirizzati anche verso altri organismi, animali acquatici compresi. Inoltre nella scelta del percorso di tesi di laurea il laureando può senz’altro indirizzarsi verso lo studio di specie acquatiche, visto che nella pressoché totalità degli atenei italiani sono attivi percorsi di ricerca in questo settore. Inoltre vi è anche l’opportunità di orientarsi alle specie acquatiche nell’ambito della formazione post laurea con specifiche scuole di specializzazione (Igiene e controllo dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura e Allevamento, igiene, patologia delle specie acquatiche e controllo dei prodotti derivati), con master e corsi di formazione professionale erogati anche da altri enti pubblici di formazione, fra i quali gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IZS), ricordando che, al pari delle altre professioni sanitarie, anche la medicina veterinaria rientra nel sistema ECM (Educazione Continua in Medicina), in ossequio al così detto “lifelong learning”. Restando alla formazione post laurea accademica sono inoltre da considerare i dottorati di ricerca che possono senz’altro prevedere specifici percorsi di ricerca nel settore degli organismi acquatici oltre a poter rappresentare di per sé un impiego a tempo determinato.

La FNOVI ha inoltre predisposto una procedura di accreditamento, basata sull’evidenza documentale di competenze curricolari, nel settore degli animali esotici, comprendendo, fra le sezioni accreditabili, la “Medicina dei pesci e gestione degli acquari”. L’elenco dei professionisti accreditati è consultabile al seguente link: https://www.fnovi.it/albi-e-iscritti/ricerca-iscritti-per-ambiti-professionali?ambito=3. Fra le possibilità di formazione post laurea rientrano anche i percorsi formativi pluriennali previsti dall’ European Board of Veterinary Specialisation (EBVS®), fra i quali, pertinente rispetto agli animali acquatici, rientra primariamente l’European College of Aquatic Animal Health (ECAAH).

Da quanto sopra esposto emerge come la professionalità del medico veterinario nell’ambito degli animali acquatici sia specificatamente legata alla scelta professionale del singolo professionista e dipenda principalmente dalla formazione post laurea e dall’esperienza professionale acquisita. Emerge, inoltre, e a differenza di quanto possa avvenire, per esempio, per la figura professionale del biologo, come in nessuna fase formativa sia specificatamente prevista didattica, anche solo teorica, inerente la subacquea scientifica. D’altra parte i veterinari interessati al settore degli animali acquatici rappresentano senza dubbio una minoranza rispetto al totale e ancora meno sono quelli che necessitano di una specifica formazione scientifica subacquea per lo svolgimento della propria attività. Sicuramente i più coinvolti professionalmente sono coloro che operano con i mammiferi marini per i quali, di norma, l’attività clinica è effettuata in acque confinate e/o comunque, senza la necessità di una immersione subacquea. Ciò non toglie che per esigenze particolari, perlopiù di ricerca, sia necessario svolgere immersioni scientifiche e pertanto, al fine di garantire adeguati standard di sicurezza, sono necessari percorsi formativi mirati e in linea con le altre discipline scientifiche subacquee.  

Sbocchi occupazionali


Limitandosi al settore degli animali acquatici e a contesti specificatamente sanitari, il medico veterinario può svolgere la propria attività in ambito pubblico e privato, come dipendente o come libero professionista. In ambito pubblico, il possesso di una specializzazione permette di concorrere ad avvisi pubblici presso i servizi veterinari delle aziende unità sanitarie locali (AUSL) nelle seguenti classi: Igiene della produzione, trasformazione, commercializzazione, conservazione e trasporto degli alimenti di origine animale e loro derivati (con la specializzazione in Igiene e controllo dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura) e Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche (con la specializzazione in Allevamento, igiene, patologia delle specie acquatiche e controllo dei prodotti derivati). Il possesso di una specializzazione permette inoltre di concorrere ad avvisi pubblici presso un istituto zooprofilattico sperimentale (IZS), attivo nella diagnostica, nella ricerca e nella formazione o presso i posti di ispezione frontaliera (PIF) e uffici veterinari per gli adempimenti comunitari (UVAC). Maggiori prospettive di impiego possono aversi in ambito universitario a cominciare dalle borse di studio, i dottorati di ricerca, gli assegni di ricerca, fino ad arrivare al ruolo di ricercatore a tempo determinato, primo gradino per accedere al ruolo della docenza universitaria, previa acquisizione della abilitazione scientifica nazionale nel settore di riferimento. È comunque da sottolineare come in nessuno dei predetti casi è specificatamente richiesta esperienza in ambito subacqueo scientifico che potrebbe eventualmente costituire titolo curricolare preferenziale, soprattutto negli IZS e nell’università, in relazione a specifici progetti di ricerca in atto e/o a specifiche vocazioni delle singole sedi.

Per quanto attiene al settore privato, il veterinario con competenze in animali acquatici può lavorare come dipendente o consulente presso allevamenti ittici, giardini zoologici, acquari, parchi acquatici, centri di recupero di tartarughe e/o mammiferi marini. Anche in questi casi non è specificatamente richiesta una competenza subacquea scientifica, salvo quanto già riferito, a titolo di esempio, in merito ai professionisti esperti di mammiferi marini. Di particolare interesse, in senso prospettico e soprattutto in paesi esteri nostri competitor in maricoltura, può essere l’impiego presso allevamenti in gabbie galleggianti, dove la possibilità di immergersi nei pressi delle gabbie di stabulazione può senz’altro permettere al professionista ittiopatologo l’acquisizione di preziose informazioni altrimenti non apprezzabili direttamente dalla superficie.


Articolo tratto da:

Manera M. (2020) Il veterinario subacqueo. Identikit professionali degli Operatori Scientifici Subacquei. La collana del faro, Il Pianeta Azzurro, 2/2020: 6-9.


L'autore:

 

Maurizio Manera

Professore associato di Patologia Generale e Anatomia Patologica Veterinaria nella Facoltà di Bioscienze e Tecnologie Agroalimentari e Ambientali dell’Università degli Studi di Teramo. Si interessa di patologia tossicologica, ambientale e di biomarcatori nel monitoraggio ambientale. È membro del comitato tecnico-scientifico di AIOSS.